Soldi facili

Soldi facili

Prologo

Il 07 marzo 2023 è stato pubblicato un DM che prevede la costituzione di una Banca dati Nazionale (BDN) tramite un  sistema informativo nazionale degli animali da compagnia (SINAC).

Entro 180 giorni, le autorità competenti dovranno provvedere agli adempimenti per l’attuazione del decreto.

I vertici della nostra Federazione, sono entrati in diretto contatto con il Ministero dell’Ambiente, spiegando le nostre esigenze e la nostra situazione.

Detto ciò ci hanno chiesto di attendere la risposta del Ministero e di non fare alcuna iniziativa individuale.

ATS Brianza

Probabilmente ignorando gli accordi presi tra ministero e la FOI, da qualche tempo sta circolando sui vari social un formulario dell’ ATS Brianza, che dovrebbe essere atto allo scopo, anzi va ben oltre le aspettative. Difatti, il DM parla di Banca Dati Nazionale degli animali da compagnia, ma L’ATS Brianza ha deciso di spingersi ben oltre, stabilendo anche come “regolamentarne” il regime fiscale.

Difatti nel formulario si evince che in caso si superino i 50 “capi” (come se si parlasse di mucche, quando invece sono citati testualmente cocorite e canarini) è necessario essere in possesso della partita IVA.

Sembra incredibile, ma è così.

Per i veterinari dell’ ATS Brianza essere possessori di oltre 50 canarini o cocorite vuol dire riuscire a fatturare migliaia di euro. Solo così avrebbe senso logico obbligare i possessori di questi ad essere titolari di una partita IVA.

Prendiamo il caso in questione: medici veterinari che “regolamentano” su argomenti di natura fiscale; Mah! Un qualcosa che in alte nazioni sarebbe quantomeno inaccettabile se non addirittura illecito. Cercando di essere elastici, estendendo le buone intenzioni dei dirigenti dell’ATS Brianza e provando anche a vagliare tutto ciò in un contesto più ampio come se fosse un supporto donato per agevolare gli oneri fiscali del contribuente, i conti comunque non tornano.

Proviamo a considerare tutto ciò come una sorta di valutazione, una consulenza di parte su un presunto valore economico che potesse essere  assegnato ai nostri uccelli sul mercato. Ci troviamo di fronte a quella che potremmo definire “un’opinione” al di fuori di ogni canone, completamente irrealistica. Difatti, per avere un’idea di come stanno le cose, basta andare in un qualsiasi negozio di animali e chiedere i prezzi. Dalle mie parti, i canarini hanno un costo al pubblico dai 20€ ai 25€ e le cocorite dai 10€ ai 15€ a seconda del periodo dell’anno. A meno che, l’ATS Brianza non imponga di utilizzare gli anellini in oro puro, agli ornicoltori dell’area di sua competenza, non ha senso che questi abbiano una partita IVA.

A maggior ragione se si parla di canarini e cocorite, per i quali probabilmente neanche con un  ipotetico anellino d’oro il fatturato, con un numero di 51 “capi”, giustificherebbe un apertura della partita IVA.

Questi signori hanno il dovere di capire che qui si discute in maniera formale  di uccelli di affezione.

Serietà!

Responsabilità!

Competenza!

Queste parole dovrebbero avere sempre la priorità quando si lavora, ma particolarmente quando si ricoprono incarichi che in qualche maniera toccano i diritti e le libertà di terzi.

La materia veterinaria ha un ampio spettro d’interesse, è  complessa ed articolata. Necessità di specializzazione, cosa che noi ornicoltori sappiamo da tempo .

Come altresì sappiamo che a volte qualcuno possa avere  l’autorità, ma ciò non implica abbia la competenza per attuare le cose.