Col dovuto rispetto

Col dovuto rispetto

e-mail del 14 giugno 2023

Ciao Pasquale, come va? Sono XXXXXXXXXXX

Io e te ci conosciamo dai tempi del liceo, so come sei fatto e per questo sono certo che se ti chiedo qualcosa mi risponderai senza mezzi termini.

Ho letto il tuo articolo e volevo sapere cosa ne pensi tu personalmente  della caccia. Sei a favore o contro?

Come sai, io sono un cacciatore,ho anche due coppie di canarini, che non uso come richiamo. Non sono iscritto alla FOI, però non escludo di farlo. Secondo te si può essere cacciatori e allevatori allo stesso tempo?

Un caro saluto

Col dovuto rispetto

Sono felice del tuo interesse verso le nostre attività e ti ringrazio di avermi dato l’occasione parlarne ulteriormente per fugare eventuali dubbi.

Ritengo che la questione sia molto articolata e sarebbe riduttivo  semplificarla con un pro o un contro. Io non ho un’idea sulla caccia. ma tante idee, tra l’altro molto nette. 

In maniera molto franca, ti dirò che io non amo la caccia anche perché non avrei il coraggio uccidere una preda. Per riallacciarmi ai tempi del liceo che tu hai citato, mi ritorna in mente una frase de “I Promessi Sposi”, detta da Don Abbondio, al  Cardinale Borromeo: “il coraggio, uno, se no ce l’ha, non se lo può mica dare”.  Ebbene, penso che questa frase rispecchi il mio stato d’animo a riguardo.

Tuttavia ritengo che questa mia posizione non mi ponga su un piano etico migliore rispetto a quello di un cacciatore perché l’etica non può essere estrapolata dal contesto sociale. Mi spiego meglio, la caccia è legittima! Soprattutto è stata legittimata da un referendum popolare. È  pertanto inaccettabile che una minoranza di ambientalisti pretenda di “dettar legge” (è proprio il caso di dirlo) a delle scelte fatte dalla maggioranza degli italiani. Se davvero di etica qualcuno vuole parlare, iniziamo col parlare di etica civica, a prescindere poi dalle idee personali che un individuo possa avere a riguardo dell’assunto.

Mi rifiuto pertanto di accettare la criminalizzazione della figura del cacciatore. Così come mi rifiuto anche di accettare l’idea che i cacciatori siano in qualche maniera una sorta di psicopatici  che provano un sadico piacere nell’uccidere gli animali. Al contrario, ritengo che il solo possedere un’arma, debba avere come pre-requisito la condizione di avere un equilibrio psicologico molto stabile, diversamente sarebbe avremmo una società sulla falsa riga di quella degli USA dove si vedono delle tragedie quasi senza motivo, provocate da persone di dubbia stabilità psicologica.

Ovviamente ci sono delle tesi sostenute dai cacciatori che non mi trovano d’accordo. Ad esempio, ritenere il cacciatore come un regolatore della natura, mi pare un’eccessiva forzatura. Premetto che la mia è solo un’opinione a riguardo e che non ho mai approfondito tale argomento, tuttavia ritengo che la fauna sia capace di bilanciarsi da sé senza necessità di presenze esterne.

Potrei condividere, in senso lato, questa posizione in relazione al problema dei cinghiali che abbiamo al momento, ma si tratta di una situazione completamente innaturale, inizialmente creata ad hoc per i cacciatori, della quale poi si è perso il controllo.

Sperando di essere stato esaustivo, passo a l’altra questione che mi poni, anzi ti risponderò con un’altra domanda:

Chi sono io per giudicare se un cacciatore può essere anche un ornicoltore o viceversa? Non esistono regole a riguardo e credo che sia giusto che ognuno si comporti secondo la propria coscienza.

Vedi, l’intento dei miei scritti è quello di staccare la figura del cacciatore da quella dell’ornicoltore affinché ognuno mantenga l’identità delle proprie finalità.

L’opera di Kopera che ho messo in rilievo, è una metafora delle nostre posizioni. Potremmo definirci due specie simili che condividono lo stesso habitat, divise da un solco ideologico.

Gli ornicoltori detengono fauna autoctona per la passione di allevare, cacciatori detengono fauna autoctona per la passione della caccia.

Legittime passioni che possono coesistere, col dovuto rispetto delle reciproche identità.