Cambiare associazione

Cambiare associazione

Le associazioni non sono tutte uguali, così come gli allevatori non sono tutti uguali.

Avendo analoghe finalità, per le associazioni, la differenza è quasi esclusivamente legata alla quota associativa.  Ciò deriva da esigenze gestionali o magari delle linee da seguire diverse  tra l’una dall’altra associazione.

Ci sono, ad esempio, associazioni dotate di parco gabbie, oppure che hanno una sede sociale e quindi sono costrette ad avere una quota associativa più alta per compensare dette uscite, altre che si limitano a fare esclusivamente il servizio di iscrizione ed anellini, potendo offrire quindi dei costi di adesione più bassi.

 Poi ci sono gli allevatori che aderiscono  alle associazioni.

Anch’essi che lo fanno per fini diversi. Taluni per un interesse di gratificazione (es. mi iscrivo alla associazione della mia città per portare avanti la mia comunità, oppure mi iscrivo a quella associazione perché blasonata), altri per un semplice interesse utilitaristico (es. in quell’associazione l’iscrizione costa di meno, oppure quell’altra associazione mi offre più servizi).

Il nostro codice civile regolamenta l’associazionismo e prevede che ogni allevatore possa iscriversi all’associazione che più gli aggrada. Questo principio ha carattere di reciprocità, pertanto anche le associazioni possono avvalersi della clausola del gradimento.

In linea generale, ogni socio che arriva in associazione dovrebbe essere il benvenuto.

Questo vale per i nuovi soci, poi ci sono quelli provenienti da altre associazioni o gli ex soci che vogliono ritornare.

In questi casi, in genere, il consiglio direttivo esamina ogni singolo caso per capirne i motivi.

Non si tratta di una sorta d “rivincita” per chi ha deciso di cambiare.

È una buona pratica a tutela di tutti i soci, poiché se dovesse prevalere l’interesse personale, si perderebbe il valore stesso dell’associazionismo

In effetti, pare che l’utilitarismo pratico stia prendendo il sopravvento sulla passione per lo stesso hobby. Noi canaricoltori siamo fatti così.

Vogliamo allevare, vogliamo esporre, vogliamo confrontarci, vogliamo coltivare l’amicizia tra soci, vogliamo fare convivialità, vogliamo dare il nostro tempo libero per fare volontariato per portare avanti la nostra passione.

Per noi l’associazionismo non è solo avere, ma è anche dare.

Resta inteso che noi non abbiamo alcuna pretesa di giudicare, né tantomeno fare un processo alle intenzioni a nessuno. 

Ma se vogliamo che il nostro hobby continui a mantenere dei valori che ci danno da sempre orgoglio, forse più che associazione dovremmo cambiare modo di pensare.

Cambiamento solo per migliorare, ma se il cuore del problema è altrove, allora forse più che di un cambiamento avremmo bisogno di cambiare mentalità.